I libri per bambini ideati da Komagata nascono dal desiderio di mettere in scena,
attraverso il gioco, la sorpresa, e la scoperta, una sorta di complicità con i
suoi giovani lettori. La comunicazione non avviene solo attraverso la
trasmissione di contenuti, ma anche attraverso il legame che si crea tra
elementi, immagini e figure che insieme fanno nascere qualcosa che non c’è.
I suoi libri sono
concepiti come oggetti a tre dimensioni, dove grande importanza è data all’uso
della carta che diventa un medium raffinato, sulla quale forme o colori
diventano un gioco. Come nel gioco, stupore e meraviglia sono parte di queste
piccole opere d’arte e sono sentimenti che nascono sfogliando le pagine, con la
curiosità che fa parte dei bambini, sapientemente stimolata da Komagata.
Lo sguardo si
sposta sull’immagine in verticale, orizzontale o in diagonale, dal centro ai
margini, o viceversa, da una figura all’altra. Le forme invece, possono
costruirsi e disfarsi, aprirsi e ripiegarsi, crescere e decrescere.
Sollevare,
ripiegare, avvolgere, incastrare, sono solo alcune delle azioni che questi
libri ci permettono di fare. Con entrambe le mani, i bimbi sfogliano le pagine
una dopo l’altra, mentre gli occhi seguono questi movimenti e le sorprese che
pian piano vengono svelate. La lettura diviene quindi un momento attivo,
dinamico.
Komagata non
rispetta la tradizionale concezione dell’oggetto
libro che invece va sperimentato in maniera diversa, originale.
Komagata
concepisce il libro come il primo incontro tra il bambino e il mondo visivo,
con i codici che gli appartengono. Forme, colori, contrasti,
volumi, ritmi, moltiplicazione, vengono comunicati con la semplicità che è
caratteristica dell’artista. Attraverso la
semplicità delle forme, l’artista riesce a mostrare la complessità dei loro
rapporti. Comunica con concetti chiari e diretti, utilizzando la loro essenza.
Le sue immagini rispettano la rappresentazione
ideale della realtà, ma allo stesso tempo mettono in discussione la percezione
e le conoscenze del lettore. Invitano a osservare, riflettere e a cambiare il
punto di vista sulle cose e ci fanno capire che la realtà stessa è piena di
possibilità da scoprire.
Con grande semplicità, l’artista giapponese mostra
come nel nostro mondo, la visione delle cose è soltanto parziale e non
assoluta. Con poche mosse ci aiuta a scoprire immagini nascoste e ad avere uno
sguardo più audace, che non si fa ingannare dall’apparenza.
Little
eyes è una serie di libretti per bambini molto piccoli. Questi libri
sono nati inizialmente con lo scopo di instaurare una relazione speciale con
sua figlia, per poi essere concepiti come delle piccole opere d’arte. Con lei
li ha sperimentati, annottando le risposte agli stimoli che questi libri le
provocavano e valutandone l’efficacia. Infatti, dall’osservazione delle
reazioni della piccola Aï durante la lettura, Komagata continua le sue ricerche
e progetta libri che hanno l’obiettivo di provocare il piacere per la sorpresa
della scoperta. Il titolo è un gioco di parole sul nome di sua figlia Aï, che
si pronuncia esattamente come “occhio” e “io” in inglese, mentre in giapponese
“ai” significa amore.
Sono dieci libri senza testo, indipendenti uno
dall’altro perché raccontano un tema o un concetto diverso, ma allo stesso
tempo fra loro collegati perché vanno a formare un unico grande libro di
esperienze. Nell’intera serie affronta linguaggi e strumenti dell’arte: il
disegno, la forma, il colore, la superficie, il volume, il ritmo, il pieno e il
vuoto.
Sono libri che quindi sviluppano una buona capacità
di osservazione e attenzione, perché quando si incontra l’inaspettato questo
trasforma il resto degli eventi e cambia il corso delle storie. I suoi libri
sono da guardare, leggere, toccare, da sentire con tutti i sensi e proprio per
questo le forme, i colori e le carte che utilizza sono fondamentali per
favorire l’esperienza tattile e visiva.
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